Rifiuti elettronici, un affare maledettamente difficile

Che fine fanno tutti i rifiuti elettronici prodotti dalla nostra società? La sfida che ci attende è di riuscire a riciclarli.

Quando un computer diventa obsoleto, la prima cosa che viene in mente è di venderlo. Ma presto si scopre che il valore di mercato è nullo, anzi ci chiedono addirittura dei soldi per lo smaltimento.

A questo punto l’alternativa è quello di regalarlo a qualcuno, magari facendo anche un’opera di beneficenza. Un’idea pessima perché gli oratori e gli enti religiosi sono zeppi di ruderi elettronici che non sanno più dove mettere.

I rifiuti elettronici non resuscitano

Presto scopriamo che i beni elettronici vecchi non potranno mai resuscitare. Comprarli è un attimo, sbarazzarcene è sempre più complicato.

Uno dei più grandi enigmi dell’era digitale è proprio quello dello smaltimento corretto dei rifiuti elettronici, che contengono metalli preziosi ma anche sostanze tossiche come piombo, mercurio e cadmio.

Guardando al mercato dell’elettronica per eccellenza, gli Stati Uniti, i numeri sono impressionanti: 48 milioni di computer, 27 milioni di televisori e 141 milioni di dispositivi mobili che ogni anno vengono buttati e soltanto un quarto di essi viene raccolto per essere riciclato.

Riciclare un apparecchio elettronico non è così facile come può sembrare. Le opzioni possibili sono di portarlo in qualche centro di raccolta gratuito, oppure chiamare quelle società che ritirano da container di raccolta grosse quantità, oppure esistono dei programmi di ritiro dei vecchi apparecchi da parte di alcuni produttori.

Spazzatura elettronica nei paesi in via di sviluppo

Ogni opzione nasconde però un impatto ambientale molto variabile. Le storie di orrori ambientali sono frequenti in tutti i paesi occidentali che, più o meno consapevolmente, dirottano la propria “spazzatura elettronica” nei paesi in via di sviluppo.

In Cina, Ghana e India, molti raccoglitori di rifiuti elettronici non si preoccupano per nulla del rilascio di sostanze tossiche nell’ambiente. Le pratiche più disastrose per l’ambiente sono quelle di impiegare acidi per estrarre i metalli di valore dai circuiti elettronici, così come di bruciare la plastica che ricopre i cavi per ricavarne il rame.

Di fatto, ad oggi, recuperare i rifiuti elettronici è davvero un brutto affare per il nostro pianeta.

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